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Pubblicato originariamente il 16 novembre 2021

Arriviamo in ufficio. Molti non si vedono da venerdì, da prima, dalle risate e dalle terrazze serali, Netflix e programmi di relax, appuntamenti o cocooning. Tutti si sono parlati, da quel terrificante thread sul nostro gruppo Facebook privato, dove abbiamo citato gli altri: ci sei? Stai bene ? Sei al sicuro? Abbiamo notizie da lei? Il tal dei tali è sulla segreteria telefonica, sono sicuro che va bene, ma ho paura. Tutti hanno inviato la loro piccola lucciola nella notte sul sentiero delle briciole del 21 ° secolo.

Quasi tutti sono qui questa mattina. Non manca nessuno, ma alcuni sono in movimento, malati, assenti. Sorridiamo debolmente. Ci scambiamo abbracci, facciamo tanto caffè, l'acqua si scalda per gli amanti del tè. Ho esitato a comprare i croissant e poi mi sono detto che avevo lo stomaco troppo stretto. Ho preso Kleenex. La cacofonia di lunedì mattina è assente abbonati, ma tornerà, tornerà tutto. Tranne quelli che non torneranno.

Tutti sono lì ma tutti conoscono qualcuno che conosce qualcuno che non c'è più.

I minuti scorrono, lenti, come all'indietro. Facciamo il punto: di cosa parleremo? Cosa vogliamo, possiamo parlare? Ti chiediamo: di cosa vuoi che parliamo? Non vogliamo mollare. Non vogliamo lasciarti andare. Non vogliamo arrenderci. Non vogliamo girare in tondo.

Decidiamo in base alle sensibilità. C'è chi non può, e non importa, chi torna a dormire, ben riparato. Ci sono quelli che vogliono ma non sanno, quindi dobbiamo concentrarci, perfezionare, scambiare. Le notizie circolano continuamente. Sotto l'orizzonte le lacrime non sono mai lontane, per me comunque. Oscillano come una marea pesante e potente, non decidono di far scoppiare la superficie.

Non ancora. Sono solo le dodici e ventisei.

Pensavamo di aver vissuto il lunedì più lungo, ma questo è un buon sfidante. Parigi è allo stesso tempo contusa e orgogliosa, zoppicante ma vendicativa. I residenti fanno i cliché mentono, si sorridono a vicenda nella metropolitana, si danno una pacca sulla spalla quando le cose non vanno bene, niente litigi, gente che ha troppa fretta. Ho sorriso a un musulmano che pregava in silenzio, cantando il suo rosario, seduto su un sedile pieghevole, sussurrando silenziosamente desideri per un mondo migliore. Speravo non gli fosse successo niente. Lo ammiravo.

A mezzogiorno c'era silenzio. Tutti • raggruppati insieme, senza toccarsi ma necessariamente connessi. I secondi passano e la città si ferma per pochi istanti. "Eccolo, è mezzogiorno", così siamo tornati in stazione ma non abbiamo rotto subito il silenzio. Si attardava come un ospite che non vuole tornare a casa.

Ti prepariamo informazioni e gentilezza, decrittazione e amore, coraggio e tenerezza. Tutto ciò che sta spingendo in noi, in te. È un lungo lunedì ed è tutt'altro che finito.

Ma sono felice e orgoglioso di passarlo lì con te.

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