I capezzoli delle ragazze non sono ancora i benvenuti su Instagram e YouTube, il che penalizza regolarmente i creatori di contenuti.
La divulgatrice archeologica dietro l'affascinante Revues du Monde, Charlie Danger sta preparando un nuovo progetto per il suo canale YouTube e si pone un piccolo problema etico ...
Charlie Danger non vuole censurare i suoi seni su YouTube
Sebbene abbia già concettualizzato un generico per questo nuovo formato, ora si trova di fronte a un dilemma e ha deciso di aprire un dibattito su questo argomento su Twitter.
Piccolo dibattito sul filo in questa fredda giornata.
Ho una preoccupazione etica: mi trovo di fronte alla scelta di rispettare i miei valori e i miei desideri artistici con il rischio di non essere pagato o addirittura censurato per il mio lavoro; Oppure sacrificare le mie idee per salvarmi dalle preoccupazioni. ⏬ pic.twitter.com/hNTiVkh1oF
- Charlie Danger (@revuesdumonde) 22 aprile 2021
Riassumo per voi: il video conterrà riferimenti artistici e in particolare quadri sui quali le signore non hanno troppi reggiseni.
Per completare questo montaggio con stile, Charlie Danger vorrebbe riprodurre e incarnare una delle sue opere, e quindi apparire per 1 o 2 secondi sullo schermo a torso nudo.
Solo questa scelta artistica non si attacca alle masse con la politica di YouTube che demonetizza con una pala i contenuti toccando direttamente o indirettamente i corpi delle donne.
Conseguenza per i loro autori: video sui quali non vengono pagati e che sono svantaggiati dall'algoritmo in termini di visibilità.
#MyBodySurYouTube, quando è dovuto?
Charlie Danger specifica nel suo thread che il suo progetto futuro non riguarderà assolutamente la sessualità ma che lei è particolarmente entusiasta di questa messa in scena per terminare i suoi titoli di coda, senza poter rivelare altro.
Si ritrova quindi bloccata tra il mantenimento della sua idea iniziale e l'essere censurato o modificarlo (autocensurandosi quindi) per rispettare i codici della piattaforma ...
Non è la prima volta che lo YouTuber è costretto a difendere il diritto delle donne di disporre del proprio corpo.
Quasi un anno fa fino ad oggi, le sue foto in topless su Instagram l'avevano messa di fronte a commenti che stavano insultando o mettendo in discussione le sue capacità professionali.
L'associazione les Internettes denuncia da un anno le difficoltà incontrate dai creatori con l'hashtag #MonCorpsSurYouTube, ma da allora nulla sembra essere davvero avanzato.
E tu, pensi che dovrebbe arrendersi o portare a termine la sua idea?