Sommario
Volevo dirti che se ho scritto questa lettera, è stato perché ero malato prima. Ero morbosamente obeso, la mia aspettativa di vita era di quattordici anni inferiore alla tua; Ero esausto, venivo seppellito a poco a poco, e soffrivo ogni giorno, con un sorriso, senza darlo a vedere, perché volevo accettarmi per quello che ero.
L'autoaccettazione mi sta a cuore, più di ogni altra cosa al mondo, ma come posso amare questa ragazza allo specchio che era solo il riflesso della mia sofferenza?

Caro te,

Mi hai sempre conosciuto, sei nato lo stesso giorno come me. Sei l'unico ad aver visto tutto, sentito tutto, non ti sei mai perso un solo secondo della mia vita. Eri lì quando ho imparato a camminare, ad andare in bicicletta, quando sono caduta nel fosso delle ortiche a Saint-Ouen-Le-Pin, quando avevo i terrori notturni a Yaoundé, quando Sylver mi ha baciato . Solo tu puoi ricordare le cose che ho dimenticato in meglio.

Caro te,

Tu che hai accarezzato, abbracciato, protetto tutte le persone che amo. Tu che hai portato mio figlio, che hai subito gli scherni per strada, gli affronti degli altri e le piccole umiliazioni quotidiane. Tu che ho spremuto, strangolato, rilasciato, alimentato forzatamente, trascinato, affamato, ferito, soffocato. Tu che ho odiato come non ho mai odiato.

Chiedo scusa.

Ho 32 anni, mi ci è voluto molto tempo per scrivere questa lettera, e ogni parola che metto qui mi fa venire voglia di piangere, ma mi fermo, perché rifiuto che l'altro vinca , perché oggi è un giorno felice. Ti amerò.

Caro te,

Ricordi, avevo 17 anni. Fino ad allora non mi avevi deluso, anzi.

Non so come o perché, ma ho iniziato ad abusare di te. Credo sinceramente che fosse inconscio, sai meglio di chiunque altro che mi sbagliavo, volevo essere amato molto, essere visto. Non ero leggero, avevo già questo peso sul cuore, fin dall'infanzia.

Ho guadagnato trenta chili in sei mesi, mi hanno permesso di raggiungere il primo livello: l'obesità grave. A questo si sono aggiunti altri trenta chili, presi in dieci anni e che mi hanno permesso di sfondare il boss di fine livello: l'obesità patologica.

In tutti questi anni ti abbiamo visto. Camera, ho preso, e con un sorriso, tra gli applausi di chi ha trovato fantastico stare così bene nelle sue pompe anche se ero decisamente fuori dai "canoni". Sono stato anche un modello plus size, con la schizofrenia.

Mia sorella ti ha sempre trovato armonioso, ma non le importava di te, voleva soprattutto che fossi felice. I ragazzi ti hanno toccato, erano belli e così divertenti, ea volte pensavano che fossi sexy. Lascio loro che dicano, i ragazzi a volte sbagliano, ero così sorpreso che le persone ti trovassero desiderabile.

Ti ho trovato vergognoso, ripugnante, disgustoso. Ti avevo ferito così tanto che avevi cicatrici dappertutto. Se avessi potuto colpirti, l'avrei fatto. Ma alla fine ti avrei ucciso. Che violenza. Come potrei?

Caro te,

Spero sinceramente che tu non mi biasimi. Ti ho ingannato, tradito, sminuito e sminuito. In privato e in pubblico. Ma hai visto adesso? Sto resistendo, sto cercando di essere il più gentile possibile con te. Hai visto ? Non attraverso più la strada per evitare gli specchi. Hai visto ? Ti prendo tra le braccia, ti massaggio, ti guardo da ogni angolazione, mi congratulo con te. Il mio compagno di cambusa.

Ad essere sincero, ma comunque non ti nascondo niente, a volte ho vecchi riflessi, ti guardo e… ma no. Sto resistendo. Hai visto ?

Caro te,

Dopo una serie di click, a volte violenti, ti ho messo nello sport, e lo sport mi ha fatto venire voglia di mangiare meglio. Ho perso 40 chili e ho scoperto il nostro villaggio in rovina. Ti ho danneggiato così tanto mia bella. Scusa, non lo sapevo, avevo dimenticato che tu ed io eravamo la vita fino alla morte. Non mi scuso perché sono ingrassato, perché finalmente essere grasso non era il problema. Mi scuso per non averti dato l'amore che meritavi, io che ho sempre avuto voglia di chiedere troppo.

Non posso riparare il passato, ma curerò le ferite, rimuoverò la pelle del dolore pendente, ti mostreremo come stai. Con forme, cicatrici, pieghe, bello come un eroe di guerra. Dirò alla terra che ti amo, sarà un primo passo, quello che un giorno mi aiuterà a dire "ti amo". Ma c'è ancora del lavoro da fare.

Scusa, il mio corpo, la mia busta, la mia barca, la mia pelle. Scusa per tutto. Ma lo prometto, è finita.

- Grazie a Tomdapi per la sua illustrazione, trova il suo universo sulla sua pagina Facebook!

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